COMMISSIONE | ||||||||||||||||||
GIUDA SI NASCE O SI DIVENTA !!!!! Il tradimento fa rima con debolezza e viltà Tradire per foga o per passione, per invidia o per rivalsa... dopo duemila anni non è cambiato il modo, la forma o neppure la sostanza, esistono i traditori per gioco, per vendetta ma anche per arroganza. La storia religiosa e politica è costellata di esempi clamorosi di tradimento: dal bacio che Giuda Iscariota diede a Cristo poco dopo averlo venduto per trenta denari alle sessanta pugnalate con cui fu ucciso Cesare nel corso di una congiura a cui partecipò il suo pupillo Bruto. Esempi quotidiani di tradimento, con effetti nefasti inimmaginabili, sono presenti in qualsiasi territorio che sia attualmente teatro di guerra così come in qualsiasi società in cui regna la pace, ma in cui c’è sempre qualcuno pronto a sgomitare per fare carriera e per avere il meglio e di più. Il tradimento è al centro anche di molte produzioni artistiche: come non ricordare al riguardo, il gesto di Jago che sottrae un fazzoletto appartenente a Desdemona, per instillare nel marito di costei – il geloso Otello – il tarlo della gelosia da cui poi consegue una serie di eventi a catena sino al tragico epilogo? In qualsiasi modo scaturisca, nel tradimento c’è sempre una costante: il venir meno della fede debita o data, con riferimento a impegni di una certa importanza. Sempre e comunque, il tradimento si traduce in un comportamento che nuoce a chi si fida e che, quindi, è completamente impreparato a quello che appare come un improvviso e inspiegabile voltafaccia. Tradire la fiducia, infatti, significa tradire quell’affinità elettiva o affettiva che si è stabilita fra due persone e che si nutre di desideri e speranze condivisi. Il traditore è un vile, un debole e un infame, perché con i suoi pensieri e con le sue azioni lede profondamente la dignità della persona umana. Poco importa cosa lo spinga a tradire: la cattiveria, l’invidia, la paura, l’ignoranza, la stupidità, il cinismo, l’egoismo, la convenienza, etc. Anche qui si tratta pur sempre della storia più vecchia del mondo, come quella di Caino che arriva a uccidere il fratello Abele: un delitto inammissibile non tanto e non solo moralmente, ma sotto il profilo dei sentimenti più radicati e profondi nell’animo umano. Un tempo lo sport era solo sinonimo di sano divertimento e leale agonismo. Da quando sono emersi evidenti interessi economici e politici hanno fatto la loro comparsa fenomeni negativi per lo più legati a calunnie, scorrettezze e tradimenti. Anche il beach tennis come sport giovane e dalla storia recente non fa eccezione. Appena si comincia a salire, appena si comincia a raccogliere il meritato successo dopo anni di fatiche vissute all’ombra, appena arriva il vago sentore di concorrenza, appena arriva la minaccia di chi mira a mettere i bastoni fra le ruote, ecco che si profila qualcuno che preferisce ‘scendere’, ricercare altrove un posto al sole, venir meno ai principi di lealtà e correttezza e persino, ‘sputare’ veleno contro chi prima lo ha accolto come un fratello. Prima del tradimento, appunto. Occorre imparare a difendersi da questi individui che sono particolarmente abili nel mescolarsi, nell’insinuarsi subdoli nella vita di chi crede nell’onestà, nella sincerità, nella fiducia. Il tradimento diventa per così dire ‘diabolico’ quando si abbina a una certa stupidità di fondo e questo avviene alquanto spesso perché, come recita un noto detto: “La madre degli stupidi è sempre incinta”. Persone senza morale, senza coscienza alcuna che dopo il vil gesto del tradimento, rincarano la dose di cattiveria, calunniando e screditando le persone dalle cui labbra pendevano prima di voltar gabbana. Senza riconoscenza, senza rispetto, senza onore, senza umanità. Non è facile opporti al tradimento che, proprio perché tale, lascia sgomenti e annichiliti. Una classica precauzione consiste nel lasciarsi sempre un margine di diffidenza, anche se solo attenzione costante e sensibilità possono aiutare nel disvelare i casi in cui si annida una scarsa moralità, un insano opportunismo e una latente debolezza. Dott. Gianni Bellettini | ||||
QUESTO ARTICOLO, viene dedicato ad alcuni ex amici !!! IL TRADIMENTO E LA SUA CICLICITA’ IN UNA UMANITA' IMPERFETTA Di traditori ne è piena zeppa la storia del nostro mondo. Scorrendo le pagine della presenza dell’uomo sul nostro pianeta, si nota che il tradimento è un elemento ricorrente, ciclico, presente a tutti i livelli sociali e ambientali: tradiscono i militari, tradiscono i ricchi come i poveri, tradiscono i politici così come piccoli impiegati. Si tradisce per denaro, per bramosia di potere, per ottenere in cambio dei favori, per togliere qualcosa a qualcuno per poi appropriarsene. Il tradimento, insomma, fa parte del nostro vissuto quotidiano, è parte integrante della nostra storia, storia non fatta sempre da personaggi integerrimi e probi, ma spesso, come ci si rende conto non senza un sottile velo di disprezzo, popolata da individui piccoli e di sottilissimo spessore morale, quasi trasparenti di fronte ai riflettori della dignità e della integrità. Ma tant’è. E il valzer degli inganni prosegue incessante, quasi a dimostrare continuamente quello che si sa già, che l’uomo non è perfetto e che la sua moralità spesso si perde inesorabilmente nella chimera degli interessi personali. Da Caino, primo grande immorale della storia – possiamo già considerare, il suo, come un tradimento alla buona fede del fratello Abele – la hit parade di chi inganna è ricca di personaggi di dubbia fama: la palma del traditore per antonomasia, va però assegnata a Giuda Iscariota, il cui bacio ridondante di abiezione è preso ad esempio, così come i trenta denari, hanno fissato e calmierato il prezzo di un vile tradimento. “Sei un giuda” è una offesa che si può indirizzare a molti, disprezzabili personaggi, meritevoli a pieno titolo di questa poco lusinghiera definizione. I discendenti, per via indiretta, sono infatti tanti, così come tanti sono gli emuli del discepolo di Cristo che si è macchiato di una colpa così infamante. Ma se Giuda è passato alla storia – anche se in modo poco lusinghiero – la quotidianità è costellata da tanti piccoli giuda, grigi e meschini, attaccati a piccoli interessi e a una fettina infinitesimale di potere, personaggi che non conoscono bene (o non conoscono affatto) il significato dei termini “lealtà” e “correttezza”, forse a causa di una loro inesistente moralità. E riflettendo sui traditori non si può evitare di pensare a Bruto, che in una congiura che si completò alle idi di marzo, diede una svolta alla storia, mettendo fine alla vita di Giulio Cesare. Un tradimento, che si compì in modo esemplare e spettacolare: il traditore è un parente stretto del tradito, in una situazione legata al potere dove lealtà e accordo passano in secondo (in terzo?) piano. Ma, a guardar bene, Giuda e Bruto sono gli unici due traditori il cui nome sia stato tramandato dalla storia. Probabilmente per fornire un esempio ai posteri sulla truculenza e sull’aspetto infamante del tradimento, per stigmatizzarne il fatto. Così sia. Rimangono nell’ombra gli altri milioni di traditori che hanno, in qualche modo, deviato la storia, grande o piccola che sia, delle persone e dei Paesi. Così come giustamente deve accadere all’identità di un traditore: rimanere nell’oblio, nella dimenticanza, in quanto il recare danno a una persona per il proprio interesse rappresenta una meschinità di bassa lega, una scelta di un uomo che non è un uomo, una macchia indelebile di vergogna. Chi si ricorda da chi tradì i siracusani durante l’assedio di Alessandro? Chi tradi Leonida alle Termopili segnalando ai persiani come aggirare il passo e prendere gli spartani alle spalle. Il suo nome è così inviso ai greci che anche nel greco moderno è sinonimo di infido (comunque vuol dire che ne hanno ancora memoria). Da chi fu tradito il bandito Jessie James? E durante l’inquisizione spagnola, durante la caccia agli eretici del medioevo, quanti tradimenti si consumarono per ignoranza, per malignità, per piccoli interessi personali? Chi tradisce e antepone le sue piccole e materiali bassezze economiche a idee più alte e illuminate come l’amicizia, la collaborazione professionale, la stima reciproca, avrà un piccolo marchio d’infamia tatuato sull’anima, che gli impedirà di guardarsi serenamente allo specchio, un segno della propria pochezza che gli ricorderà sempre, nonostante si finga spesso indifferenza di fronte alla propria vergogna, come si poteva essere più orgogliosi, più dignitosi, più leali. E c’è da dire come un traditore, nonostante l’umanità non sia certo animata di raffinata lealtà, è sempre stato fagocitato da quel residuo di dignità che comunque permane nella maggioranza persone, isolandolo, relegandolo in un angolo oscuro, facendone perdere i contorni per sfocarlo nella memoria. Una sorta di difesa contro le abiezioni, che sono continue, quasi quotidiane, compiute da persone piccole, che non meritano né di essere nominate né di essere ricordate. Dott. Gianni Bellettini | ||||
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